La cantina comunale di La Morra ospiterà dal 12 al 25 novembre la mostra intitolata “Gaute la nata”, un nome giocoso per un progetto serio!Si tratta di una esposizione che sa di vino.. di amore per il territorio, di ispirazione nata dal contatto quotidiano con il mondo del vino, proposto da due artisti che in Langa non ci sono nati ma hanno scelto di vivere: Francesco Pellerano e Antonella Tavella. Un viaggio che parte dalle vigne innevate, silenziose in attesa di una nuova primavera e si conclude con la creazione di manufatti con l utilizzo dei… tappi! Quelli di sughero che hanno custodito e valorizzato i vini più importanti nel loro affinamento e che tornano utili e fatti rivivere nella loro elegante semplicità, come a voler continuare l’opera della natura che tutto trasforma e rinnova e nulla distrugge.
Aperto tutti i giorni: 10-12:30 e 14:30-18:30
Per maggior informazioni: +39 0173.509204
Francesco Pellerano è nato a Tunisi nel 1959. Frequenta a Torino il Liceo Artistico “Renato Cottini” negli anni in cui insegnavano artisti come Marco Gastini, Gilberto Zorio e Luigi Mainolfi. Finisce il ciclo di studi all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino nel 1986 diplomandosi al corso di pittura di Sergio Saroni. Specializzatosi nel restauro di pale d’altare lavora per un certo periodo come restauratore in diversi laboratori italiani. Oggi vive e lavora a Verduno.
Nata a Sommariva del Bosco, Antonella Tavella inizia presto la sua avventura nel mondo della pittura. La sua pittura è un inno al silenzio, alla natura, alle cose semplici, agli angoli spesso dimenticati ma capaci di suscitare emozioni. I suoi dipinti sono un invito alla meditazione, al rispetto di tutte le cose, alla tranquillità. La realtà viene rappresentata senza le manipolazioni dell’uomo: per questo appare sognante, soffusa, come ricoperta da un velo. Ecco allora crearsi angoli di poesia incontaminata, dove nessuna presenza umana turba la quiete della natura. Non vi è mai la figura umana, ma vi sono, leggeri e rispettosi, i segni del suo passaggio: oggetti, lettere, fiori o petali lasciati cadere chissà da chi. Ciò che deve rimanere è l’essenziale, l’emozione, il sentimento che silenzioso grida da ogni dipinto.
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